• Pane di matera, fetta a cuore

"Il pane, l'acqua ed il vino, le tre cose più necessarie alla vita, sono eccellenti; ed il pane e l'acqua in ispecie, non sono inferiori a quelli di nessun paese del Regno."

Conte Carlo Ulisse De Salis Marschlins, parlando di Matera, da "Viaggio nel Regno di Napoli", 1789

...per un San Valentino molto piccante!

Se l'anno scorso per San Valentino ho pubblicato una ricetta coccolona che strizzava l'occhio alla forma a cuore del pane di Matera nella quale erano abbracciate due uova, quest'anno sfodero l'artiglieria pesante pubblicando qualcosa di più audace.

Essì, perchè tra il sapore piccante del peperoncino contenuto nella lussuoriosa 'nduja, salume tipico dei nostri cugini calabresi, e quello stuzzicante della rucola selvatica, ritenuta afrodisiaca da molti scrittori del passato, io dico che si può fare un bel matrimonio.
Aggiungeteci che è un piatto veloce da cucinare e può prestarsi bene per una cenetta romantica preparata all'ultimo momento, che è gustoso e colorato ed ha un sapore ricco ed intenso, ed ecco che il gioco è fatto, altro che ostriche e tartufi!

Se le presunte proprietà afrodisiache del peperoncino sono infatti abbastanza note, pochi conoscono la fama che la rucola (o ruchetta) si porta da dietro da tempo immemore!

    • mazzolino

Publio Ovidio Nasone, nel suo Ars Amatoria , scriveva già nel I sec. a.C. che in caso di delusioni amorose non era consigliabile consumare della rucola, chiamata eloquentemente eruca salax o erba salax "erba lussuriosa" e scrive: "non è meno opportuno evitare le afrodisiache rucole/e tutto ciò che prepara i nostri corpi all’amore
Leggiamo nei carmi della Appendix Vergiliana, dello stesso periodo, della "ruchetta, ch'a l'amorose brame i pigri alletta"
Nel I sec d.C. lo scrittore romano Columella, autore di un celebre trattato di agronomia, conferma tale credenza concludendo un verso in tal modo "perchè i pigri mariti desti a Venere la rucola"
Il suo contemporaneo Dioscoride scrive nel trattato "De materia medica":  “La rucola cruda mangiata in abbondanza stimola il coito. E il suo seme, che è diuretico, digestivo e liberatore dell’intestino,  produce lo stesso effetto."
Anche Marco Valerio Marziale, nello stesso periodo di Columella, parla di rucola nei suoi Epigrammi Proibiti che tanto mi facevano sbellicare dalle risate al liceo, e lo fa per  denigrare il povero impotente Luperco: Sed nihil erucae faciunt bulbique salaces,/inproba nec prosunt iam satureia tibi. "Ma non hanno alcun effetto la rucola e le cipolle afrodisiache, né in aggiunta ti è utile la famigerata santoreggia."
Nello stesso secolo Gaio Plinio Secondo o "Plinio il vecchio", nel XX libro del suo trattato Storia Naturale, oltre a suggerire decine di (improbabili) proprietà della rucola scrive: Dell’effetto afrodisiaco abbiamo parlato [ommissis] se si bevono in acqua e miele tre foglie di ruchetta selvatica raccolte con la mano sinistra e poi tritate.
Nel trattato di cucina "De re coquinaria" ispirato ad Apicio, scritto nel IV sec d.C. si consiglia di servire agli sposi durante la loro festa un piatto di lampascioni lessati e conditi con pepe, pinoli e succo di rucola (erano tutti alimenti considerati altamente afrodisiaci) per propiziare la prima notte di nozze.
Un altro trattato scritto alla corte di Costantino VII Porfirogenito riprende integralmente le parole di Plinio il Vecchio più di otto secoli dopo, mentre
Odone di Meung nell' XI secolo scrive nel suo trattato di medicina erboristica "Proprietà delle erbe":  "Masticata o ingerita, è alquanto afrodisiaca, come confermano ugualmente i medici e, più numerosi, i poeti."
Nel XIII secolo Piero de' Crescenzi nel "Trattato sull'agricoltura" si spinge in indicazioni ben più precise riferendosi alla rucola come "La cui virtude è consumativa, e provocativa del coito: e cotta con la carne, vale ad incitare il coito, e dissolve la dissenteria e la stranguria, e la parlasìa. Ancora se si cocerà in vino e s’impiastrerà alle reni, provocherà a lussuria,  e posta sopra ‘l pettignon, provoca l’orina: e ‘l suo seme, massimamente della salvatica, fa rizzar la verga"
In pieno Rinascimento scrive Giovanvettorio Soderini nel suo "Trattato della cultura degli orti e giardini": "La ruchetta par che sia nata per stimolare il coito, poiché, come dice il Mattiolo, ella scalda manifestissimamente; credesi ancora che mangiata scevera aumenti lo sperma."
Il "Mattiolo" in questione non è altri che Pier Andrea Mattioli che nel 1557 integra l'opera del Dioscoride scrivendo: "La ruchetta mangiata cruda e copiosamente nei cibi desta Venere, il che fa parimente il suo seme [...] Credesi che mangiata aumenti la sperma, e provochi gli huomini al coito"
Anche il quasi contemporaneo botanico Mathias de l'Obel nel suo "Plantarum" racconta che la  la causa dell'abbandono del voto di castità da parte di alcuni monaci in Spagna sia stata l' assunzione di un cordiale a base di rucola (nel Rinascimento infatti era proibito piantare anche la versione coltivata di questa pianta negli orti dei conventi).

Dopo questa panoramica divertente sulle virtù di una piantina che forse mai avremmo notato ai bordi delle strade di campagna, come direbbe qualcuno, la domanda sorge spontanea...
Possibile che venti secoli di illazioni sul suo magico potere siano del tutto infondate?
In rete ho trovato diversi riferimenti a una ricerca portata avanti dal dipartimento di Scienze farmacologiche dell’università di Milano in collaborazione con quello di Scienze farmaceutiche dell’Università di Bologna che hanno verificato la massiccia presenza nella rucola selvatica (ma anche nella portulaca) di componenti capaci di inibire l’attività di un enzima, la Fosfodiesterasi-5, determinante nella perdita dell’erezione.
Per intenderci i farmaci cone il Viagra funzionano proprio bloccando lo stesso enzima!
Non sono riuscita (per adesso) a verificare la veridicità di queste notizie, mi sarebbe piaciuto leggere per intero questa ricerca ma non ho trovato fonti ufficiali, anche se ho messo in moto la mia macchina tentacolare di contatti per arrivarci, vi aggiornerò in caso di conferme.
Nel frattempo però... sicuri di non voler provare la mia ricetta?

BUON SAN VALENTINO 2014 A TUTTI E VIVE L'AMOUR!

Semplice e veloce da cucinare questo primo è una vera esplosione di gusto! Un classico piatto di spaghetti declinato però in una strepitosa versione piccante e aromatica. Provatelo e non lo mollerete più!

    • impiattato

Ingredienti

  • 400 g. di spaghetti
  • 200 g. circa di 'nduja (regolarsi in base a quanto si gradisce il piccante)
  • 4 pomodori (circa 400 g.)
  • 4 spicchi di aglio
  • un mazzolino di rucola, peso netto delle foglie circa 30 g.
  • 4 cucchiai di mollica di pane fritta (facoltativo)
Preparazione: 10 minuti
Cottura: 10 minuti
Dosi per: 4 persone
Difficoltà: Facile
Reperibilità alimenti: Media
Livello di prezzo: Basso
Nazione: Italia
Regione: Calabria

Attrezzatura necessaria:
  • Casseruola grande
  • Padella saltapasta
  • tagliere e coltello

Lavare i pomodori e tagliarli a cubetti.

Condirli con olio, sale e due spicchi di aglio a metà.

Lasciarli riposare una decina di minuti.

Lavare delicatamente il mazzetto di rucola, scuotere l'acqua in eccesso e metterlo ad asciugare infilato in un vasetto pieno d'acqua. In caso di mancanza di tempo asciugare pazientemente le foglioline con carta da cucina.

Staccare le foglioline dai gambi e metterle da parte; è possibile utilizzare anche i fiorellini per dare una nota di colore al piatto.

pentola con acqua

Mettere a bollire l'acqua salata per cuocere gli spaghetti

Friggere due spicchi di aglio a metà in padella con un fondo di olio.

aglio fritto e crudo

Rimuovere l'aglio fritto dalla padella e l'aglio fresco dai pomodori a cubetti.

Tagliare a fette la 'nduja necessaria con un coltello unto, e rimuovere la pelle esterna.

Ridurre a cubetti la 'nduja e metterla nella padella con l'olio mescolando finchè si scioglie.

Rosolarla leggermente a fiamma bassa, ma non eccedere in quanto diventerebbe amara.

Fare attenzione ai mariti che passando accanto alla padella si esercitano nel famoso numero "scarpetta acrobatica"

spaghetti in pentola

Calare gli spaghetti appena l'acqua bolle.

Appena prima di scolare gli spaghetti aggiungere i pomodori a cubetti nella 'nduja sciolta (non devono cuocersi!), aggiungere subito la pasta e mescolare.

Impiattare avendo cura di prelevare anche i cubetti di pomodoro e completare con una manciata di rucola per piatto.
 

Se gradito aggiungere un cucchiaio di mollica di pane fritta per piatto.
Qui ci sono i passaggi per ottenere una mollica croccante e asciutta adatta per questa preparazione.

E adesso si può dare il permesso di scarpettare selvaggiamente!

    • spaghetti in padella con la 'nduja impiattati con pomodori rucola e mollica 3

Se nella introduzione ho scritto delle proprietà presunte della rucola selvatica spendo qui poche righe per parlare di quelle accertate.
La rucola, o ruchetta o ancora rughetta (Eruca Sativa Mill.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Brassicaceae (Cruciferae). Il nome "Eruca" deriva presumibilmente dal latino "urere" cioè bruciare, in quanto la pianta ha un gusto molto deciso fresco e piccante.
Raggiunge i 50 cm. di altezza ed ha foglie lunghe e dentate di colore verde scuro che crescono alternate sullo stelo. I fiorellini gialli o bianchi hanno quattro petali, dopo la fioritura la pianta produce dei minuscoli baccelli detti "silique" contenti i semi.
Cresce in tutta Italia fino a quota 800 m s.l.m. e si può raccogliere tutto l'anno, possibilmente prima della fioritura, altrimenti serve un pizzico di attenzione in più e scegliere solo le parti più tenere.
Predilige i terreni sassosi e calcarei asciutti e soleggiati, si trova spesso ai bordi delle strade, vicino ruderi e muretti a secco e nei terreni incolti.
La rucola selvatica contiene una ottima quantità di betacarotene, vitamina C e di minerali (in particolare calcio e fosforo).
Ha proprietà diuretiche, digestive, apporta benefici al fegato, aiuta il processo di guarigione di raffreddori ed allergie ed aiuta a liberare dal gas l'intestino. Ottimo stimolante e tonico è un sedativo per la tosse, sulla pelle cura prurito e aiuta la guarigione delle ustioni minori, stimola l'appetito ed aiuta la depurazione del sangue dalle tossine.
 

    • rucola
blog comments powered by Disqus