• Pane di matera, fetta a cuore

"Il pane, l'acqua ed il vino, le tre cose più necessarie alla vita, sono eccellenti; ed il pane e l'acqua in ispecie, non sono inferiori a quelli di nessun paese del Regno."

Conte Carlo Ulisse De Salis Marschlins, parlando di Matera, da "Viaggio nel Regno di Napoli", 1789

In passato la borragine aveva la curiosa fama di essere efficace contro la malinconia. Per secoli i dotti e i medici di varie scuole attribuirono magiche virtù a questa pianta, che sebbene sia in realtà davvero generosa prestandosi ad alleviare diversi malanni e fare da nutrimento in tanti piatti, sicuramente non ha quelle proprietà quasi sovrannaturali di eccitare e dare allegria come una moderna droga! Io sospetto che una delle ragioni di tali credenze sia la bellezza dei suoi fiorellini, dal colore ipnotico e ammaliante, che tante volte mi sono attardata ad osservare in campagna chiedendomi quale misteriosa buona azione noi uomini avessimo commesso nel passato per meritare una tale ricompensa dalla natura. Ho scoperto per caso di queste antiche credenze chiacchierando con zia Maria, la sorella di mia nonna materna, che con i suoi 90 anni di età è frizzante e vivace come una ragazzina, e custode dei ricordi di famiglia che sciorina su rischiesta raccontando aneddoti e fatti come se fossero accaduti soltanto il giorno prima. Colta e curiossima intellettualmene, zia Maria ha insegnato lettere antiche per tutta la vita e ci interrogavamo insieme sulla misteriosa natura del Nepente, pianta che aggiunta al vino donava euforia ed oblio, citata da Omero  nel libro IV dell'Odissea:

"Nel dolce vino, di cui bevean, farmaco infuse
Contrario al pianto e all'ira, e che l'obblìo
Seco inducea d'ogni travaglio e cura.
Chïunque misto col vermiglio umore
Nel seno il ricevé, tutto quel giorno
Lagrime non gli scorrono dal volto,
Non, se la madre o il genitor perduto,
Non, se visto con gli occhi a sé davante
Figlio avesse o fratel di spada ucciso.
Cotai la figlia dell'Olimpio Giove
Farmachi insigni possedea, che in dono
Ebbe da Polidamna, dalla moglie
Di Tone nell'Egitto, ove possenti
Succhi diversi la feconda terra
Produce, quai salubri e quai mortali;
Ed ove, più che i medicanti altrove,
Tutti san del guarir l'arte divina,
Siccome gente da Peòn discesa.
Il nepente già infuso, e a' servi imposto
Versar dall'urne nelle tazze il vino (...)"

Ricercando le informazioni sul Nepente apprendo che secondo Plinio il Vecchio questa pianta proveniente dall'Egitto potrebbe essere proprio la borragine (in effetti proveniente dall'Oriente), più prosaicamente zia Maria pensa che si tratti semplicemente di oppio... Ma a questo punto mi ero incuriosita troppo e ho scoperto che moltissimi autori antichi considerano proprie della borragine le virtù euforizzanti: i Celti bevevano vino con i fiori in infusione prima delle battaglie, certi che avrebbe donato coraggio (una delle etimologie del nome fa derivare proprio dal celto "borrach" = coraggio,  il nome di questa pianta), gli antichi romani la consideravano un rimedio contro la malinconia, tradizione acquisita anche dalla famosa scuola medica di Salerno attorno all'anno 1000. Ancora nel 17° secolo Sir Francis Bacon la considerava utile per "combattere i fuligginosi vapori della polverosa malinconia", e John Evelyn addirittura scrive nell' "Elysium britannicum" che la borragine fa rivivere l'ipocondriaco e ridà coraggio. Nel medesimo periodo invece, a Napoli, il medico Giuseppe Donzelli, scrive nel suo "Teatro farmaceutico"  che l'acqua di borragine "è appropriata al cuore perchè lo rallegra e lo corrobora. Toglie l'immaginazioni cattive, acuisce la memoria e la mente, e discaccia dal corpo tutti gli umori cattivi. E' utile ai melanconici e frenetici".
Insomma, a parte le blande proprietà rilassanti riconosciute anche oggi alla pianta dalla medicina naturale, pare proprio che abbia una serie di virtù immaginifiche che aggiungono quel pizzico di gusto in più nel piatto quando la utilizzo pensando a tutta la considerazione tributata nei secoli a questa umile ed utilissima pianticella!

Qui a Matera non sono rare le ondate di calore che superano i 40 gradi, e per combatterle non resta che affidarsi a sorbetti e bibite fresche. Perchè allora non dissetare anche gli occhi, con questi bellissimi fiorellini blu che ondeggiano nel bicchiere insieme alla nostra bevanda preferita?

    • Latte di mandorla con fiorellini di borragine2

Ingredienti

  • 30 fiorellini di borragine circa
  • 500 ml circa di acqua
Preparazione: 10 minuti
Cottura: 10 minuti
Dosi per: 4 persone
Difficoltà: Facilissima
Reperibilità alimenti: Media
Livello di prezzo: Molto basso
Stagione: Primavera
Nazione: Italia

Attrezzatura necessaria:
  • Stampo per cubetti di ghiaccio
  • Pentolino
  • Siringa
    • fiorellini di borragine 20029
fiorellini di borragine 20031

Lavare il mazzolino di borragine delicatamente assicurandosi di aver rimosso terra ed eventuali insettini presenti sulla pianta.
Scrollare l’eccesso di acqua e infilare il mazzetto in un vaso pieno di acqua lasciandolo asciugare lentamente per diverse ore.

Portare l'acqua ad ebollizione e lasciarla raffreddare.
Ripetere il procedimento una seconda volta e mettere in frigo. Questo procedimento serve ad ottenere una maggiore trasparenza del ghiaccio.

fiorellini di borragine 20030

Tirare delicatamente i fiorellini della borragine dalla pianta dalla parte centrale.

Riempire di 1/3 gli scomparti per il ghiaccio aiutandosi con una siringa, poi posizionare uno o più fiori o boccioli con la parte scura sporgente rivolta verso il basso.

Mettere in freezer finchè ghiaccia.

Riprendere il porta ghiaccio e finire di riempire gli scomparti con l'acqua ben fredda, effettuare velocemente questa operazione altrimenti il ghiaccio presente si scioglie quel tanto che basta perchè inizi a galleggiare sull'acqua aggiunta vanificando il nostro obiettivo di avere un cubetto di ghiaccio trasparente con il fiore al centro.

Porre nuovamente in freezer e far solidificare il tutto.

Questi cubetti di ghiaccio fioriti si usano per decorare bibite e cocktails, ma a mio parere danno il massimo del risultato estetico in un bicchiere di orzata o latte di mandorla.

    • fiorellini di borragine 20121

Questa è la merenda di oggi, un torrido pomeriggio di luglio, latte di madorla abbellito e rinfrescato dai cubetti di ghiaccio preparati a maggio, e pasticcini, anch'essi di mandorla.

    • Latte di mandorla con fiorellini di borragine3

La borragine (Borago officinalis, L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Boraginaceae diffusa sulle Murge e sulle colline che circondano la città di Matera, si trova anche nei pascoli eterreni incolti, nei bordi delle strade, ecc. Presumibilmente il nome deriva dal latino "borra" (tessuto di lana grezza), per la similitudine di quest'ultimo con la peluria pungente che ricopre le foglie. Raggiunge un'altezza di massimo 80 cm,  a seconda del terreno dove cresce e della disponibilità di acqua, ed ha foglie verde scuro ovali. La cosa più bella della pianta sono i fiori, di un intenso blu elettrico tendente al viola, formati da cinque petali disposti a stella che si sviluppano da maggio a settembre. In questa ricetta li ho utilizzati come decorazione per il ghiacchio e quindi le bibite, ma spesso li metto anche nell'insalata mista insieme alle foglie più tenere che hanno un sapore di cetriolo, fresco e stuzzicante! Se le foglie non sono tenerissime si possono utilizzare per fare la frittata, una volta lessate al dente, perchè la cottura elimina la ruvida peluria. Fiori e foglie sono buoni anche in tempura, e leggo che sono un ingrediente tradizionale di molti piatti del nord e centro Italia (come i ravioli "pansoti" che fanno in Liguria). In Salento si utilizzano le foglie lessate all'interno delle Pittule, frittelle di pasta di pane tradizionalmente preparate il giorno di San Martino.
Per correttezza riporto anche che nella pianta fresca è a volte presente un composto pirrolizidinico (un alcaloide) che potrebbe essere epatotossico, per cui è meglio non eccedere nel consumo delle foglie crude.

Oltre ad essere una ottima pianta spontanea commestibile, la borragine viene impiegata come pianta officinale per curare naturalmente una serie di disturbi: il decotto è un diuretico naurale ed un emolliente, calma la tosse secca ed abbassa la febbre, si usa per i risciacqui della bocca in caso di infiammazioni orali, e aiuta a depurare il sangue. L'infuso si usa come cosmetico aggiunto all'acqua del bagno per pulire decongestionare e migliorare l'aspetto della pelle. L'olio estratto dai semi è molto efficace nella cura delle affezioni cutanee essendo un antinfiammatorio naturale. Inoltre contiene fitoestrogeni che sembra aiutino la produzione di latte materno, e una ottima quantità di minerali essenziali come calcio e potassio, vitamina C, acido palmitico e tannini, acidi grassi essenziali Omega 6, acido linoleico e gammalinoleico, tutti composti molto utili alla salute.

Il sito del vivaio Armeni riporta diverse ricette per usare la borragine come pianta medicinale, io trascrivo questo rimedio per l'acne che mi è sembrato di facile esecuzione e piacevole da utilizzare:
"Acne: Impacco 160 g foglie di borragine e 2 l di acqua. Fare bollire nell´acqua le foglie di borragine per 12 minuti. Lasciare intiepidire e filtrare bene. Usare il decotto come tonico, con delle garze, per ottenere un´azione disinfettante e antisettica. Si raccomanda di filtrare bene i decotti e gli infusi per eliminare i rigidi peli setolosi."

    • piante selvatiche commestibili e non 04
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